LA SCUOLA DI IWAMA (Iwama-ryū)

Oggi nel mondo ci sono ancora molti maestri, anche se di una certa età, che sono stati allievi diretti del Fondatore. Ognuno di loro ha appreso questa “arte” in base al tempo trascorso insieme e secondo la propria capacità di interpretare le tecniche che “O Sensei Morihei Ueshiba” mostrava loro: dobbiamo tener presente che la pedagogia di quel periodo imponeva agli allievi di essere molto vigili ed attenti a quello che il Maestro mostrava e diceva loro, senza però avere la possibilità di fare domande o chiedere spiegazioni, alle quali bisognava arrivare attraverso il proprio cammino esperienziale. Il risultato è che oggi ci troviamo di fronte tanti maestri che insegnano secondo uno stile personale, da cui derivano i differenti modi di praticare l’Aikido. Iwama è il nome di una piccola cittadina giapponese a nord di Tokyo nella prefettura di “Ibaraki” dove il Fondatore si era trasferito durante la seconda guerra mondiale e dove era rimasto fino alla sua morte avvenuta il 26 aprile 1969. Qui “O Sensei” (il “Grande Maestro”) aveva costruito il suo “Aiki Shuren Dojo” (letteralmente: il dojo infernale dell’aiki; dove infernale sta per duro, severo) attigua alla propria abitazione e poche decine di metri di distanza, aveva eretto l’Aiki Jinjia, il santuario shintoista dedicato all’Aikido, oggi punto di riferimento e meta per tutti i praticanti dell’arte. In questo luogo tranquillo e immerso nella natura, tra lavori nei campi e studi spirituali, il Fondatore aveva trovato le condizioni ideali per elaborare la sua “arte” che aveva chiamato “Takemusu Aiki” conosciuta nel mondo con il nome di “Aikido

“Take” significa “tecnica marziale”, “musu” sta per “sgorgare, nascere spontaneamente”, “ai” equivale ad “unione” e “ki” è “spirito” Quando si è in armonia con se stessi e gli altri (aiki) la tecnica marziale (take) nasce spontaneamente (musu).

Nel 1946 entrò nel dojo di Iwama , come uchi-deshi (allievo interno, che vive nel dojo) il giovane Morihiro Saito; egli aveva appena 18 anni e rimase sempre accanto al Fondatore per i 23 anni successivi, aiutandolo nei lavori del dojo e dei campi .

In tutti questi anni il Maestro Morihiro Saito ebbe modo di vedere ed apprendere l’Aikido durante tutto il percorso di elaborazione che “O Sensei” fece quotidianamente, memorizzando la stessa metodologia di insegnamento basata sul mostrare i vari movimenti, spiegandoli con dei “kuden” (letteralmente “insegnamenti verbali”) che in maniera metaforica contenevano l’essenza ed il significato della tecnica.

Alla morte del Fondatore, nel 1969, Morihiro Saito Shihan divenne il responsabile del Dojo di Iwama (Ibaraki Dojo, conosciuto come Aiki Shuren Dojo), custode della casa del Fondatore e dell’Aiki Jinjia (il santuario dove ogni mese si tiene una cerimonia e dove una volta all’anno, il 29 Aprile, si ritrovano tutti gli Aikidoka del Giappone e del mondo per una grande commemorazione).

Egli insegnò regolarmente tutti i giorni, sia agli uchi-deshi che ai soto-deshi dell’Aiki Shuren Dojo di Iwama e tenne Seminari di “Aikido Iwama Ryu” in tutto il mondo contribuendo enormemente alla diffusione dell’Aikido tradizionale del Fondatore.

Ryu” significa scuola e quindi “Iwama Ryu” è la “scuola di Iwama” con la quale vogliamo evidenziare l’Aikido originario del Fondatore in modo da contraddistinguerlo da qualsiasi altro “stile personale”.

Alla morte di Morihiro Saito Soke, avvenuta il 13 Maggio 2002, è subentrato suo figlio Hitohiro Saito Soke. Successore ufficiale e caposcuola (Soke) il Maestro Hitohiro Saito continua la tradizione del padre seguitando ad insegnare regolarmente in Iwama e tenendo seminari di “Aikido Iwama Ryu” in giro per il mondo. Per suggellare questo intento, nell’Ottobre del 2003, Hitohiro Saito Soke ha deciso di lasciare la Fondazione Aikikai e divenire indipendente con il nome di “IWAMA SHINSHIN AIKI SHUREN KAI“.